Citiamo un passo da Il giglio di Mondonio. San Domenico Savio, libretto di Don Giuseppe Tomaselli (1902-1989) dedicato al giovanissimo Santo (1842-1857), che con la famiglia si stabilì a Mondonio nel Piemonte e meritò l’appellativo di “giglio” per la sua santa purezza.
Piccoli drappelli di giovanetti si avviavano alla scuola. Chi canterellava, chi zufolava, chi chiacchierava. Qualcuno lanciava dei sassi e qualche altro altercava.
Anche Domenico si avviava alla scuola. Il suo contegno era riservato; i suoi occhi non vagavano e non si fermavano a mirare donne.
I giovanetti videro lungo la strada un pubblico spettacolo. Uomini e donne eseguivano dei giuochi, però non sempre erano castigati nelle parole e nei gesti. Tutti guardavano e ridevano. Domenico non si fermò a guardare.
Prima di entrare in classe, tutti commentavano il pubblico spettacolo.
– E tu, Savio, disse uno, hai visto che bei giuochi? Non ti sono piaciuti?
– Ma io ho visto niente!
– Non hai visto niente? Oh, sciocco! E come si può non vedere tali spettacoli? E che cosa vuoi dunque fare degli occhi, se non te ne servi a mirare queste cose?
– Io voglio servirmene per mirare il volto della nostra Celeste Madre Maria, quando andrò a trovarla in Paradiso.
– Ma vattene via, che sei strano e mi fai arrabbiare col tuo modo di parlare!
– Per la purezza non si fa mai troppo; e poiché so che i pubblici spettacoli sono un pericolo per questa virtù, preferisco rinunziarci!
O giovani, che non sapete rinunziare ad una trasmissione televisiva e, pur trovandovi tanto fango morale, non vi risolvete a troncare tale divertimento, rispondete: Come si trova il giglio della vostra purezza? È profumato?… Vi lamentate di non saper resistere alle tentazioni impure, perché sono troppo forti!… Ma perché non togliete legna al fuoco? Così la fiamma si estinguerà. Domenico Savio fuggiva le occasioni e perciò la sua mente era serena ed il suo cuore immacolato.

L’ha ripubblicato su Pastor Aeternus proteggi l'Italia.
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